Un grandioso esempio di pianificazione dell'illuminazione urbana e di uso della luce come elemento caratterizzante è quello dei viadotti
di Southwark, a Londra. L'illuminazione
gioca il ruolo principale,
ruolo che è stato attentamente programmato in sinergia con la
riqualificazione
che ha interessato il quartiere negli ultimi trent'anni,
trasformandolo da zona inospitale e degradata a moderno e attraente
polo culturale, artistico e turistico.
Il quartiere è separato dal
resto della città dal Tamigi a Nord e dai viadotti, in passato vere
e proprie barriere, con tunnel, be 97, bui, alcuni lunghi anche cento
metri. Attualmente, grazie
all'intervento di illuminazione
adottato, sono diventati la cerniera di unione dell'area col resto
della città, vie di comunicazione anche pedonale. La svolta è
avvenuta grazie a un'illuminazione colorata e accattivante, con
soluzioni artistiche e funzionali.
L'idea di riqualificare i
sottopassi anche grazie all'illuminazione, era
già nei piani strategici originari, del 1974 e del 1981 (North
Southwark District Plan) del London Borough of Soutwark (LBS),
l'ufficio tecnico di zona.
Nel 2001 Richard Rogers è incaricato dalla Tate Modern di redigere
il Bankside Urban Study,
proprio
con lo scopo di intervenire sui viadotti. Lo studio confluirà nel
progetto “Light at the End of Tunnel (LET), avviato nel 2002 dalla
Cross River & Parters, coordinato con il “Lighting Masterplan”
per iniziativa della Pool of London (Partership): nasce così la
Bankside lighting strategy (progetto della Equation Lighting Design
LTD).
Sorprendono le date e la grande attenzione dedicata alla pianificazione della luce. E' facile concludere che il progetto della luce è fondamentale e rilevante per il destino di uno spazio urbano e che il suo studio deve essere contestuale alla pianificazione urbana e architettonica, non rimandato alle fasi conclusive.
Le
informazioni sono tratte dall'articolo di Domus, che invito a leggere
per approfondimenti e immagini: “Lighting Strategy in London: la
luce in fondo al tunnel”, di Emilia Antonia De Vivo:
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