Gli OLET sono Transistor Organici Emettitori di Luce. Come gli OLED, sono superfici luminose, a film sottile, che può essere flessibile e trasparente se non illuminato.
Gli OLET sono simili agli OLED: utilizzano strati di semiconduttori organici, con una giunzione p-n, ma con il funzionamento a transistor, sono cioè applicati tre terminali per l'alimentazione elettrica (non anodo e catodo come negli OLED, che sono diodi).
Questo costituisce un circuito elettronico: la tensione elettrica è applicata a due terminali, permettendo così di di amplificare il segnale di ingresso e di regolare il flusso di corrente.Tutto ciò è spiegato da Michele Muccini, ricercatore all'istituto ISMN di Bologna per i Materiali Nanostrutturati, che, nel maggio 2010, ha pubblicato online sul Nature Materials un importante documento "Organic light-emitting transistors with an efficiency that outperforms the equivalent light-emitting diodes". Gli OLED sono utilizzabili in chip bio-sensing e in display ad alta tecnologia con risoluzione embedded. La tensione elettrica attraversa il dispositivo orizzontalmente, attraverso lo strato di giunzione, e ciò è un vantaggio rispetto agli OLED, dove la corrente attraversa verticalmente gli strati di semiconduttori, provocando una perdita di fotoni, come spiega Antonio Facchetti, CTO di Polyera. La trasmissione dati è più veloce di tutti i chip con filo di rame. Sono 100 volte più efficienti degli OLED, ma ci sono ancora problemi da risolvere, come quello legato alla tensione di funzionamento. Un altro limite è la scarsa luminosità. Facchetti pensa che la luminosità può essere migliorata modificando la struttura dei film sottili in modo che la corrente scorra meglio.
Gli OLET sono simili agli OLED: utilizzano strati di semiconduttori organici, con una giunzione p-n, ma con il funzionamento a transistor, sono cioè applicati tre terminali per l'alimentazione elettrica (non anodo e catodo come negli OLED, che sono diodi).
Questo costituisce un circuito elettronico: la tensione elettrica è applicata a due terminali, permettendo così di di amplificare il segnale di ingresso e di regolare il flusso di corrente.Tutto ciò è spiegato da Michele Muccini, ricercatore all'istituto ISMN di Bologna per i Materiali Nanostrutturati, che, nel maggio 2010, ha pubblicato online sul Nature Materials un importante documento "Organic light-emitting transistors with an efficiency that outperforms the equivalent light-emitting diodes". Gli OLED sono utilizzabili in chip bio-sensing e in display ad alta tecnologia con risoluzione embedded. La tensione elettrica attraversa il dispositivo orizzontalmente, attraverso lo strato di giunzione, e ciò è un vantaggio rispetto agli OLED, dove la corrente attraversa verticalmente gli strati di semiconduttori, provocando una perdita di fotoni, come spiega Antonio Facchetti, CTO di Polyera. La trasmissione dati è più veloce di tutti i chip con filo di rame. Sono 100 volte più efficienti degli OLED, ma ci sono ancora problemi da risolvere, come quello legato alla tensione di funzionamento. Un altro limite è la scarsa luminosità. Facchetti pensa che la luminosità può essere migliorata modificando la struttura dei film sottili in modo che la corrente scorra meglio.
L'Enea sta portando avanti delle ricerche per applicazioni di OLED e OLET, con il finanziamento europeo “Lamp”. Al progetto LAMP partecipano cinque gruppi di ricerca e due industrie di 5 nazioni europee: Italia, Regno Unito, Lituania, Austria, Germania. Si starebbe lavorando per produrre icone luminose negli autoveicoli utilizzando nanocompositi trattati con il laser: la luce sarà prodotta con OLED o OLET.
Fonti e approfondimenti:
http://www.enea.it/it/enea_informa/events/lamp/Flyer_workshop_LAMP130328.pdf
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